COSA E' UNA ESPLOSIONE

A questo punto é bene pertanto chiarire cosa sia un'esplosione e in cosa questa differisca da uno scoppio. Mentre alla seconda questione si può rispondere agevolmente - lo scoppio è la rottura meccanica di un contenitore soggetto alla pressione di un fluido, a differenza dell'esplosione, che è una reazione chimica - non è altrettanto semplice indicare in cosa differisce una reazione esplosiva da una combustione molto rapida. In generale si può affermare che si manifesta il fenomeno esplosivo quando le onde di propagazione del fronte di fiamma sono tali da indurre la reazione di ossidazione non per trasmissione del calore prodotto dalla reazione chimica, ma per la compressione delle particelle adiacenti. In sostanza l'esplosione procede con onde d'urto, a velocità che possono raggiungere i 3500 m/s.

Con un schema grafico conosciuto come triangolo dell'incendio, si può ricordare che per una combustione devono essere presenti tre elementi: combustibile, comburente ed innesco. Lo schema grafico del triangolo indica che le condizioni che danno luogo all'incendio si trovano solo all'interno della sua area.

Le stesse misure di sicurezza possono essere spiegate con il triangolo: per eliminare la presenza del comburente, ci si deve portare sullo spigolo ad esso opposto, come fanno i Vigili del fuoco quanto gettano l'acqua sul combustibile. L'acqua, infatti, separa l'aria dal comburente e, quindi, soffoca l'incendio.

Dirigendosi sullo spigolo opposto al vertice dell'innesco, vuol dire raffreddare il combustibile, riducendo la possibilità di riscaldare le particelle in prossimità della zona di combustione. Ancora una volta l'acqua, che assorbe nella vaporizzazione notevoli quantità di calore, è alla base di questa azione e questo spiega perché l'acqua sia tuttora l'estinguente ancora più utilizzato.

Un'ulteriore tecnica , quella di sottrarre combustibile all'incendio, è utilizzata dai Vigili del fuoco in incendi nei quali è difficile o impossibile raggiungere con l'acqua il combustibile depositi di copertoni, di balle di fieno ed in generale gli ammassi di rifiuti).

Indicati per sommi capi i meccanismi di avvio della combustione e le condizioni necessarie perché questa possa avvenire, si può ricordare che, dal punto di vista chimico, le molecole di ossigeno (presente nell'aria in percentuale di circa il 21 %) si combinano con atomi di una sostanza combustibile, nel caso più comune il carbonio, per dare luogo a molecole di ossido di carbonio (CO) di anidride carbonica (CO2) e di composti più complessi e non meno pericolosi per la vita umana. Questa descrizione molto semplificata serve ad introdurre la problematica dei prodotti della combustione.

Le cognizioni sulle condizioni al contorno necessarie per determinare un incendio ci permettono di maneggiare le misure che chiamiamo di "prevenzione", cioè quelle che servono a diminuire le probabilità che un incendio sia innescato. Fino ad ora, però, non abbiamo ancora gli strumenti per limitare le conseguenze dell'incendio. Una buona strategia della sicurezza, però, non può fermarsi al primo aspetto, ed in ogni caso ci si dovrà proteggere dalle conseguenze di un possibile incendio, compiendo un opera che viene definita di "protezione".

Poiché, in ultima analisi, ci si deve proteggere soprattutto dai prodotti della combustione, sono state concepite in materia diverse classificazioni, ma ai nostri fini è sufficiente suddividere i prodotti stessi in tre gruppi: il calore, i fumi, i gas tossici. Piuttosto che darne una descrizione tecnico-scientifica, in questa sede è preferibile descriverne gli effetti, per poterne capire il pericolo e per decidere con maggiore consapevolezza le misure di sicurezza da attuare.